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26 agosto 2010

L'Italia punta sul Mediterraneo per diventare hub elettrico d'Europa

L'Italia come hub elettrico d'Europa: sono stati avviati gli iter autorizzativi di due nuove interconnessioni con il Montenegro e la Francia, che si aggiungeranno alle 22 autostrade dell’energia che già collegano il sistema elettrico italiano a quello dei Paesi confinanti, con 2.000 MW di capacità di trasporto aggiuntiva.

I collegamenti con il Montenegro da un lato e con la Francia dall'altro potrebbero completarsi in un prossimo futuro con un cavo sottomarino di collegamento con la Tunisia, facendo così dell'Italia la piattaforma di scambio per l'energia elettrica prodotta nel Mediterraneo e consumata in Europa.

Aumentare il numero delle interconnessioni transfrontaliere significa maggiore sicurezza per il sistema elettrico nazionale e internazionale, diversificazione del mix di combustibili, minore dipendenza del Paese da un ristretto numero di “sistemi” fornitori di energia e minori costi per il sistema Italia.

La nuova super smart grid, avviata grazie agli investimenti di Terna, si completa attraverso i collegamenti di Sardegna e Sicilia con la Penisola, attualmente in costruzione, che risolveranno le congestioni del mercato elettrico e consentiranno di trasportare l’ingente produzione rinnovabile che si sta sviluppando nel Sud Italia.


23 agosto 2010

Raddoppia la rete cinese dei treni ad alta velocità

La Cina investirà 120 miliardi di dollari per raddoppiare la rete di linee ad alta velocità entro il 2012, nell'ambito di un gigantesco programma di ampliamento delle ferrovie. Il governo di Pechino, che oggi dispone di 6.920 chilometri di binari per l'alta velocità, conta di metterne giù altri 6mila nel giro di un paio d'anni, per arrivare almeno a 16mila chilometri entro il 2020. E c'è da credergli, a giudicare dalla partenza col turbo dei lavori per la linea più importante, quella che collegherà Pechino a Shanghai, che sarà lunga 1.318 chilometri e verrà completata (nelle infrastrutture principali) entro l'anno, per entrare poi in funzione a pieno regime nel 2012.
A fine luglio sono stati posati i primi binari e secondo il direttore dei lavori le forze in campo sono in grado di posizionarne 6 km al giorno, che a breve potrebbero diventare 12. I lavori per la costruzione, con la progettazione e l'individuazione delle aree, sono cominciati nel 2008, con un investimento totale stimato di 23 miliardi di euro. Con il completamento della ferrovia che prevede 24 nuove stazioni, per raggiungere Shanghai da Pechino ci vorranno meno di cinque ore, (la velocità max. è di 380 km/ora) riducendo di oltre la metà l'attuale tempo necessario di oltre 10 ore.

12 agosto 2010

Tirrenia come Alitalia: monopolista naufraga in un mare di debiti

Tirrenia come Alitalia. Il tribunale fallimentare di Roma ha dichiarato oggi lo stato d'insolvenza per l'ex monopolista dei traghetti italiani. Si apre quindi la strada dell'amministrazione straordinaria nel solco della legge Marzano. Di fatto è un crac. Anche in Tirrenia, come in Alitalia, i sindacati erano riusciti a strappare negli anni contratti superiori di circa il 25% rispetto alle altre compagnie nate sul libero mercato. Addirittura fino a qualche anno fa ogni nave aveva due equipaggi visto che ogni giorno di lavoro dava il diritto a un giorno di riposo. La crisi, come in Alitalia, era emersa già negli anni Novanta. E nel frattempo il costo per i contribuenti è stato di circa 2 miliardi. Anche il modello della bad company a questo punto potrebbe essere duplicato visto che la situazione è molto simile a quella della compagnia aerea: flotta in gran parte vetusta e antieconomica e contratti e numero dei dipendenti non più compatibili con la realtà di un ex monopolista che se la deve vedere con il mercato. Dopo 26 anni di regno del boiardo di Stato Franco Pecorini, ora sarà compito del commissario straordinario Giancarlo D' Andrea massimizzare gli asset per ripianare i debiti. Ex Iri, ex Alitalia, D'Andrea è uomo di fiducia dell'azionista unico Fintecna. E si capisce perché: dei 580 milioni di euro di debiti del gruppo dei traghetti circa 100 sono proprio nei confronti di Fintecna. Il resto è nei confronti delle banche. Tra le più esposte Mps, Bnl, Intesa attraverso il Banco di Napoli, Unicredit e il Credit Agricole. Insomma, per le banche ora la situazione non è certo delle migliori e si tratterà di capire se si potrà trovare un qualche tipo di accordo. Il nodo restano gli asset vendibili: la flotta è a bilancio per 800 milioni circa ma secondo alcuni operatori dalla flotta Tirrenia non si potrebbe ricavare più di 400-450 milioni. Sullo sfondo ci sono le concessioni per la garanzia del servizio pubblico: l' attuale convenzione, che garantiva a Tirrenia e alle altre società regionali come Siremar circa 200 milioni l' anno, scadrà il 30 settembre, proprio la deadline concessa dalla Ue per concludere la privatizzazione. Per la cessione era stata preparata una bozza di nuova convenzione che considerava i servizi sulle rotte nazionali come un unicum, quindi non riducibili a spezzatino. Ma adesso il timore dei 4.000 dipendenti è che si possa procedere alla «distribuzione» di quei diritti, una decisione che corrisponderebbe di fatto alla morte della compagnia dei traghetti. Un indizio che si possa procedere su questa strada è l' ipotesi di una scissione di Siremar dalla Tirrenia, anche in seguito all' interesse già manifestato da imprenditori del settore, come Vincenzo Onorato della Moby, per una vendita separata. Su questo deciderà il commissario straordinario Giancarlo D' Andrea, ma i sindacati si oppongono ad ogni ipotesi di «spezzatino». La compagnia sembra davvero in tempesta e sulle migliaia di turisti che quest'estate hanno prenotato i passaggi sulle sue navi soffia il vento della protesta: la Uiltrasporti ha già proclamato uno sciopero il 30 e il 31 agosto, proprio nei giorni di rientro dei vacanzieri dalle isole.


11 agosto 2010

Si allargano le smart grid in Europa con i contatori elettronici

Si allargano le smart grid in Europa: dopo gli apripista Italia e Scandinavia, saranno ora Francia, Spagna e Regno Unito i mercati di maggiore sviluppo per i contatori elettronici, che al 2015 saranno installati presso 111,4 milioni di famiglie europee. I contatori elettronici sono universalmente considerati la base di partenza per le reti intelligenti. E' dalla nascita delle utilities elettriche nel tardo 19.mo secolo che la distribuzione di elettricità si basa sulla lettura manuale dei contatori. Ma ora l'Europa si sta muovendo: Tobias Ryberg di Berg Insight spiega in uno studio che Edf, Endesa, Iberdrola e British Gas hanno avviato progetti pilota su larga scala in Francia, Spagna e Regno Unito, che presto si evolveranno in un vero sviluppo dei contatori elettronici in questi Paesi. In base allo studio, il tasso di crescita annuo del settore sarà del 17,9% nel quinquennio 2009-2015. Il primo Paese dove ha preso avvio la rivoluzione dello smart metering è stata l'Italia, dove l'Enel ha da poco completato l'installazione di 30 milioni di contatori elettronici.


5 agosto 2010

Parte la più grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici

Parte finalmente la più grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici, in quel di Catania, frutto della joint-venture Enel Green Power, Sharp ed STMicroelectronics, che hanno finalizzato ieri un accordo di project financing per 150 milioni di euro destinati allo sviluppo dell progetto. La svolta è arrivata con l’approvazione del Cipe dello stanziamento di 49 milioni di euro per supportare l’iniziativa.

Entra così nella fase operativa (l’accordo iniziale risale a gennaio) la joint venture paritetica 3Sun, di cui sono stati nominati ieri gli organi societari, che ha come obiettivo la messa in opera dello stabilimento a Catania destinato a produrre in modo integrato celle e moduli innovativi.La capacità produttiva iniziale di pannelli, prevista dal secondo semestre 2011, sarà pari a 160 MW all’anno, ma si prevede che la produzione, possa essere incrementata nel corso dei prossimi anni a 480 MW all’anno.

Enel Green Power e Sharp hanno inoltre costituito un’ulteriore joint venture, la Esse (Enel Green Power & Sharp Solar Energy), che ha come obiettivo la realizzazione e gestione congiunta di campi fotovoltaici in Sicilia per un totale di oltre 500 MW entro il 2016, utilizzando i pannelli prodotti dallo stabilimento.

La produzione della fabbrica catanese sarà infatti destinata a soddisfare la domanda dei mercati di Europa, Medioriente e Africa, con particolare riguardo all’area mediterranea, nella quale Enel Green Power e Sharp contano già su un’importante rete di vendita.


2 agosto 2010

Sarà l'acqua di mare a dissetare l'umanità?

Visto che l'acqua sulla Terra è al 97% salata, non stupisce l'accanimento con cui l'umanità cerca da sempre un sistema efficiente di dissalazione. Tra il 1995 e il 2006, sostiene il Worldwatch Institute, gli impianti di dissalazione nel mondo sono raddoppiati e dovranno raddoppiare di nuovo entro il 2016. In origine tutti i dissalatori erano di tipo evaporativo, ma operando a temperature alte, da 40 a 200 gradi, sono molto energivori. Il più grande impianto del mondo di questo tipo è quello di Jebel Ali, negli Emirati, che può produrre 300 milioni di metri cubi d'acqua dolce all'anno. Oggi si tentano strade diverse, dall'osmosi inversa allo scambio ionico, per ridurre i consumi di energia e rendere il sistema più efficiente. Nell'osmosi inversa sono molto forti gli spagnoli, ma il più grande impianto del mondo di questo tipo è in Israele, a Hadera, con una capacità di 130 milioni di metri cubi all'anno. L'osmosi inversa è un processo in cui si forza, applicando una pressione, il passaggio delle molecole di acqua salata attraverso una membrana, che permette di ricavare acqua purissima. Piccoli filtri a osmosi inversa, azionabili a mano, erano stati inizialmente progettati per i militari nei tardi anni '70 o per corredare come equipaggiamento di sicurezza le scialuppe e i gommoni di salvataggio a bordo delle navi, ma ora si stanno diffondendo impianti molto più grandi, come quello israeliano. Ma anche questo sistema consuma parecchia elettricità: i migliori impianti a osmosi inversa hanno bisogno di 3,7 kilowattora per produrre mille litri di acqua potabile. Ibm sta sviluppando un impianto a osmosi inversa in Arabia Saudita alimentato dal fotovoltaico.

L'invenzione di due ingegneri canadesi dell'università di Vancouver, Ben Sparrow e Joshua Zoshi, va ancora più in là: nell'impianto pilota della loro Saltworks, appena realizzato, si sperimenta un sistema che utilizza il calore del sole per l'evaporazione e riesce a produrre mille litri d'acqua con meno di 1 kilowattora. Il loro processo si basa sul diverso livello di salinità tra diverse vasche d'acqua. Quattro flussi di acqua con diversi livelli di salinità vengono convogliati nell'impianto, innescando un processo simile a un circuito elettrico, in cui la corrente non è trasportata da elettroni ma da ioni, che sono atomi caricati elettricamente. La vasca A contiene acqua di mare con una concentrazione salina più alta del normale (18% contro il 3,5% del mare), ottenuta tramite evaporazione, mentre le altre tre vasche, chiamiamole B, C e D, contengono acqua di mare a concentrazione salina normale. L'invenzione di Saltworks consiste in un filtro che consente di passare solo agli ioni caricati positivamente o negativamente, tenendo fermi gli altri. Il sale è composto da due ioni, il sodio positivo e il cloro negativo. La vasca A ha una concentrazione maggiore di sale e quindi i suoi ioni di cloro e sodio verranno naturalmente attratti verso le vasche B e C, ma i filtri lasceranno passare solo gli ioni di sodio nella vasca B e gli ioni di cloro nella vasca C. Quando questo accade, nelle vasche B e C si crea uno squilibrio: B ha un surplus di ioni di sodio e C di cloro. A questo punto le vasche B e C vengono messe in collegamento con la vasca D, da cui attraggono gli ioni mancanti, rispettivamente cloro e sodio. Il risultato è che l'acqua della vasca D resta completamente senza sale.