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8 ottobre 2007

Livorno, il rigassificatore passa a E.on

Dovrebbe arrivare soltanto a metà ottobre l' annuncio ufficiale del perimetro preciso dello «spacchettamento» di Endesa Italia, dopo l' Opa di Enel e Acciona su Endesa, annunciata venerdì scorso. Ma ormai è un fatto che Enel e Asm hanno raggiunto un accordo sullla divisione degli asset di Endesa Italia tra la società bresciana e i tedeschi di E.on. In particolare, il colosso germanico subentrerà agli spagnoli nel rigassificatore di Livorno, con la nuova società Eon Italia, destinata a diventare il terzo operatore energetico italiano. Condividerà così con Iride il controllo dell' unico terminale per ora autorizzato sul territorio nazionale, oltre a quello di Edison-ExxonMobil al largo di Rovigo. «L' ingresso di E.on, che ha già sottolineato pubblicamente la strategicità di questo progetto, è un elemento di garanzia sullo sviluppo del rigassificatore e sul suo approvvigionamento, anche in considerazione del fatto che E.on è attualmente uno dei principali operatori europei nel settore del gas», sottolinea il presidente operativo di Iride, Roberto Bazzano. Il terminale sarà in grado di rigassificare 3,75 miliardi di metri cubi di gas naturale liquido all' anno, il 5% del fabbisogno nazionale. Malgrado le resistenze degli ambientalisti locali e un parere negativo del ministro dell' Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, che aveva individuato sette vizi procedurali nell' autorizzazione del febbraio 2006, dopo l' ultimo consiglio dei ministri sembra che la posizione del ministro dello Sviluppo Economico, Pier Luigi Bersani, decisamente favorevole all' impianto, abbia finito per prevalere. Bersani, convinto assertore della necessità di tre-quattro terminali gas per superare la crisi di approvvigionamento del Paese, ha prodotto un parere in cui si afferma l' assoluta regolarità dell' iter autorizzativo. La società, per ora controllata da Iride e dagli spagnoli al 30,46% ciascuno (gli altri soci sono l' armatore norvegese Golar e la famiglia Belleli), ha già avviato le prime opere a terra, ma si attende l' ulteriore passaggio di proprietà per finalizzare l' accordo con Saipem, che si occuperà della realizzazione del terminale. In pratica, si tratta di riconvertire una nave metaniera, fornita dalla Golar, dotandola di un impianto di vaporizzazione, con un investimento sui 700 milioni di euro. Il terminale galleggiante, ancorato al largo di Livorno, riceverà il gas liquido dalle navi gasiere, lo riporterà allo stato gassoso e lo immetterà nella rete nazionale attraverso una condotta sottomarina. Se l' accordo con Saipem si chiuderà come previsto entro novembre, il terminale potrà entrare in funzione all' inizio del 2010. Fino ad allora, ci toccherà tirare la cinghia nei consumi di gas.

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