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12 giugno 2009

Sfida all'ultimo barile fra Est e Ovest

I consumatori italiani se ne accorgono solo quando Mosca chiude i rubinetti del gas, ma la battaglia senza quartiere tra Est e Ovest per il dominio mondiale dell'energia, che dura da almeno sessant'anni, è ancora d'attualità. Nel suo libro, “Sfida all'ultimo barile” (Brioschi), Stefano Casertano ripercorre tutta la storia della Guerra Fredda dal punto di vista delle risorse energetiche. Un'analisi che arriva a fagiolo, proprio quando sta per riproporsi un'altra crisi del gas e le oscillazioni del prezzo del petrolio danno le vertigini anche ai più esperti. Il crollo della cortina di ferro, infatti, non ha certo arrestato un conflitto che prende aspetti sempre più estremi. Tanto che il concetto di “nuova guerra fredda” gode da qualche tempo di sorprendente popolarità. “Ci sono tanti spunti, dalle misteriose morti di ex-spie e giornalisti russi al litigio sui missili nella Repubblica Ceca, che negarne l'uso sarebbe quasi un torto”, commenta Casertano, consulente per clienti pubblici e privati, tra cui il Carter Institute di Joseph Stiglitz e il progetto Millennium Villages di Jeffrey Sachs. E' chiaro che la “guerra fredda energetica” non è mai terminata, perché “la disgregazione sovietica non è stata la fine del soggetto politico russo, ma una sua riorganizzazione strategica”. Per ritrovarne traccia, basta guardare come si sta muovendo il Cremlino per contrastare il progetto europeo Nabucco, un gasdotto pensato per portare il metano del Caucaso direttamente in Europa, svincolando i produttori dall'ingombrante intermediario russo. “Mosca non commenta lo sviluppo del gasdotto Nabucco, ma sta provando un'altra tattica: comprare gli azionisti del progetto”, spiega Casertano. “E' per questo che Gazprom è entrata in Mol, azienda energetica ungherese e tra i principali investitori in Nabucco. Non basta: in Ungheria aziende russe stanno comprando compagnie aeree, reti di distribuzione del gas e altro ancora”. In fondo, conclusa la fase del controllo politico tramite governi fantoccio, non c'è motivo per Mosca di rinunciare a esercitare un'influenza importante sui vicini, utilizzando strumenti diversi. La sfida all'ultimo barile si combatte anche così.

1 commento:

Anonimo ha detto...

stiamo nella stessa barca?..
http://www.rlangone.blogspot.com