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7 dicembre 2010

L'ombra delle frodi carosello sul mercato carbon italiano

Mentre a Cancùn non si va da nessuna parte, torna ad allungarsi l’ombra delle "frodi carosello" sui mercati carbon. Potrebbe essere questo il motivo alla base della sospensione della piattaforma di scambio dei diritti della CO2 sul mercato italiano. La decisione del Gestore dei Mercati Elettrici è stata presa in seguito agli andamenti anomali registrati nell'ultimo periodo. Nel giro di un anno, infatti, i volumi di scambio presenti sulla piattaforma italiana sono aumentati in maniera esponenziale: le Eua (crediti di carbonio) sono passate da qualche decina di migliaio di tonnellate di CO2 alla cifra record, registrata il 25 novembre, di oltre 3,2 milioni di tonnellate, scambiate a un prezzo medio ponderato di 14,86 €/ton CO2. Nello stesso giorno sulla Bluenext, società con sede a Parigi considerata una delle piazze con maggiore liquidità tra quelle di riferimento, venivano trattate 712.000 tonnellate a un prezzo medio ponderato di 15,19 €/ton CO2. La presenza di volumi così alti e di prezzi sotto quota rispetto agli altri mercati avrebbe potuto aprire a possibilità di arbitraggio da parte degli operatori. Nelle scorse settimane, l’anomalia era stata evidenziata anche da PointCarbon (Reuters): secondo i calcoli effettuati sui dati del 18 novembre, la discrepanza tra le due borse avrebbe potuto produrre oltre 800.000 € di profitti da arbitraggio. Il timore di frodi in atto, riapre un argomento di vitale importanza per il mercato europeo della CO2 legato alla necessità di armonizzazione del trattamento fiscale delle unità di emissione. Per evitare la possibilità di speculazione sull’aliquota alcuni Paesi europei (Francia, Spagna, Germania e Inghilterra) hanno deciso di rendere il trading della CO2 esente dall’Iva. La piattaforma del Gme, nonostante il boom degli ultimi mesi, resta comunque una borsa marginale, per cui non dovrebbero esserci conseguenze economiche. Ma il ripetersi dell’ennesimo episodio mette in luce una criticità sempre più difficile da sradicare dal sistema, che contribuisce ad aumentare le incertezze del mercato carbon.


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