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20 gennaio 2003

In Africa è l'ora di Safaricom

Mabel Ogunleye vende bibite all' ingrosso a Lagos, capitale commerciale della Nigeria, una metropoli di 12 milioni di abitanti nota per i suoi leggendari ingorghi stradali. Fino a pochi mesi fa, per contattare un cliente Mabel era costretta ad attraversare questa colossale massa ribollente e a presentarsi di persona. Ore di viaggio, fatiche ciclopiche che spesso andavano a vuoto perché il cliente era uscito. Da qualche mese la vita di Mabel è cambiata: «Da quando possiedo un cellulare i miei affari sono raddoppiati», racconta. Non a caso le due compagnie di telefonia mobile che si contendono il mercato nigeriano, la sudafricana Mtn e la multinazionale Econet, fanno fatica a star dietro alla domanda. Ma la rivoluzione digitale spazza l' Africa intera. Negli ultimi cinque anni nel Continente Nero sono stati connessi più telefoni cellulari che telefoni fissi nell' ultimo secolo: ormai quasi un africano su dieci ha un telefonino, oltre il doppio di coloro che hanno una linea fissa, spesso ottenuta a prezzo di lunghe battaglie e di laute bustarelle. Negli ultimi due anni, circa cento operatori hanno lanciato i propri servizi in tutto il continente e solo nel 2002 le connessioni mobili sono raddoppiate dai 28 milioni del 2001 ai 60 milioni attuali. Il mito che ci siano più telefonini a Tokyo che in tutta l' Africa è sfatato. La rivoluzione mobile ha colto di sorpresa le stesse compagnie telefoniche, che negli ultimi Anni Novanta avevano cominciato ad avventurarsi in queste terre inesplorate, puntando sulla clientela business o sui turisti di passaggio. Quando Vodafone ha mandato Michael Joseph in Kenya nel luglio 2000 per mettere in piedi Safaricom, ad esempio, non si aspettava di crescere oltre le 50 mila connessioni. Oggi, Safaricom e la rivale KenCell (Vivendi) hanno quasi un milione e mezzo di utenti su una popolazione di trenta milioni, due terzi dei quali in aree rurali. E un terzo operatore sta per aggiungersi. «La tecnologia mobile ha avuto un enorme impatto sulla vita dei kenioti», spiega Joseph. Le schede prepagate sono oggi strumenti di sopravvivenza per milioni di africani, finora abituati a camminare chilometri per arrivare a una cabina. L' alto costo dei telefonini (sui cento dollari in Africa), è l' unico problema in un continente dove metà della popolazione sopravvive con meno di due dollari al giorno. Ma sono state trovate soluzioni creative e aderenti all' altissima coesione sociale tipica dell' animo africano: spesso intere comunità si servono di un solo telefonino, passandoselo di casa in casa a seconda delle esigenze e dividendo le spese. «Questi snodi telefonici comunitari - spiega Francis Nyamnjoh, docente di sociologia all' Università del Botswana - sono esempi concreti del valore della convivialità africana, dove le scarse opportunità presenti nelle aree rurali spesso vengono messe spontaneamente a disposizione degli altri». Non a caso l' utile generato da ogni utenza mobile nigeriana è molto più elevato rispetto a quello americano o europeo. Questo dato, che emerge da una ricerca della Merrill Lynch, suggerisce anche che il valore economico e sociale di un telefonino in Nigeria sia molto superiore rispetto ai Paesi occidentali. Ogni connessione mobile genera infatti in media un giro d' affari di ottomila dollari: la rivoluzione digitale è diventata un enorme volano per lo sviluppo del Continente Nero. Soprattutto in Nigeria - con i suoi 120 milioni di abitanti è lo Stato più popoloso dell' Africa - le potenzialità di business sono allettanti: qui il monopolista Nitel è in via di privatizzazione e l' operatore mobile più popolare è Mtn, sussidiaria del gruppo sudafricano Johnnic, diretto dall' ex segretario generale dell' African National Congress Cyril Ramaphosa, uno dei più potenti uomini d' affari del continente. Con oltre sei milioni di utenti in Sud Africa, Nigeria, Camerun, Swaziland, Ruanda e Uganda, Mtn è uno degli operatori mobili più promettenti dell' Africa, insieme a Msi, che opera in Uganda, Zambia, Malawi, Congo, Gabon, Sierra Leone, Ciad, Burkina Faso, Sudan, Niger e Guinea. Partecipata dalla Banca mondiale, dall' americana Citigroup e dalla giapponese Mitsui, Msi copre con le sue licenze un quarto della popolazione africana ed è stata la prima ad aprire con le autorità il discorso sui servizi di Internet mobile. «Un continente dove solo un abitante su 250 è online, potrebbe dare moltissime soddisfazioni a chi avesse le spalle sufficientemente forti per affrontare quest' aspetto», spiega l' amministratore delegato Terry Rhodes. E' questa la prossima sfida per affrancare gli africani dal sottosviluppo.

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