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21 luglio 2009

Gli investimenti nell'energia pulita resistono alla crisi

Sicurezza energetica e minore dipendenza dall'estero. Salvaguardia ambientale. Ma anche buoni affari: il business dell'energia pulita, in tempi di crisi, viene ormai indicato come settore anticiclico che può rappresentare la base e l'opportunità per un nuovo modello di sviluppo economico. Non a caso gli investimenti nelle fonti rinnovabili si sono moltiplicati per quattro dal 2004 al 2008 e l'anno scorso hanno superato per la prima volta quelli nelle fonti tradizionali. È il ritratto di un mondo avviato decisamente sulla strada del low-carbon quello che emerge dall’ultimo report dell'Unep (United Nations Environment Program) sugli investimenti nel settore. Le fonti pulite hanno attirato nel 2008 capitali per 140 miliardi di dollari, contro i 110 delle fonti tradizionali. Nonostante la crisi, il giro d’affari delle energie pulite non ha interrotto la sua crescita, registrando un +5% rispetto al 2007, anche se gli investimenti hanno visto un calo del 17% dal primo al secondo semestre. La frenata si è fatta sentire anche nel primo trimestre del 2009, ma i dati sul secondo trimestre, appena diffusi da New Energy Finance, dimostrano che la battuta d'arresto per le rinnovabili è durata giusto lo spazio d'un mattino: con 24,3 miliardi di dollari investiti da aprile a giugno, il settore può considerarsi già in ripresa. E' un terzo in meno rispetto ai 36,2 miliardi di un anno fa, ma ben l’82% in più rispetto ai 13,3 miliardi del primo trimestre. Una ripresa che si è sentita più forte al di qua dell’oceano, in Europa, Africa e Medio Oriente. Qui - complice anche l’approvazione di alcuni maxi progetti come quello eolico off-shore del London Array - questo secondo trimestre 2009 è stato il più fruttuoso di sempre, con 14,4 miliardi di dollari investiti nelle fonti pulite. Meno investimenti invece negli Usa, dove il low-carbon ha raccolto capitali per soli 1,6 miliardi di dollari, il 66% in meno rispetto all’anno scorso. Ma qui si tratta solo di aspettare un po': gli investimenti sono rimasti congelati, in attesa che il Dipartemento del Tesoro e quello dell’Energia rendano note le nuove regole per i fondi di garanzia, cosa che dovrebbe avvenire nel mese in corso. Insomma, il settore delle rinnovabili è sulla buona strada per superare questa battuta d'arresto. "Ma non è ancora il caso di festeggiare", sottolinea Michael Liebreich, direttore di New Energy Finance. Secondo gli analisti, a fine 2009 gli investimenti del settore arriveranno al massimo a 115 miliardi di dollari, contro i 140 del 2008, anno record. Nel 2008, infatti, su un totale di 250 miliardi di dollari investiti complessivamente in energia, 35 miliardi sono andati a grandi progetti idroelettrici e 105 miliardi è andato alle tecnologie solari, eolico, mini-idroelettrico, biomasse e geotermia. L’eolico si è confermato il settore in cui si investe di più a livello assoluto: 51 miliardi di dollari e una crescita dell’1% rispetto al 2007, mentre il solare è la fonte che è cresciuta maggiormente in quanto a investimenti: +49%, per un totale di 33,5 miliardi di dollari. Crescita esponenziale anche degli investimenti in geotermia +149% per 1,3 gigawatt di nuova capacità installata, mentre l’unica fonte rinnovabile in cui gli investimenti sono diminuiti sono i biocarburanti: -9% a 16,9 miliardi di dollari.Il futuro degli investimenti nell’energia pulita, sottolinea il rapporto dell'Unep, dipende soprattutto dai pacchetti di stimolo e dal prossimo accordo internazionale sul clima. Per una ripresa economica sostenibile, dal 2009 al 2011 nel mondo si dovrebbero stanziare almeno 750 miliardi di dollari, cioè l’1% del prodotto interno lordo mondiale o il 37% del totale delle misure anticrisi adottate dai vari Paesi. "Ma il più grande pacchetto stimolo per le rinnovabili – ha sottolineato Achim Steiner, direttore dell’Unep, nel presentare il rapporto – può arrivare dal vertice sul clima di Copenhagen. È lì che i governi devono chiudere un accordo che porti certezze ai mercati della CO2 e che possa dare il via a investimenti trasformativi nelle tecnologie pulite ed efficienti".

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