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15 novembre 2009

Le 32 aziende italiane con le mani nell'atomo

Nel cantiere con vista sull'oceano di Flamanville, in Normandia, non c'è solo Enel a costruire insieme a Edf il primo reattore nucleare europeo di terza generazione: sono ben 32 le imprese italiane impegnate nella realizzazione dell'Epr e un'altra ventina sta lavorando al reattore gemello finlandese, in costruzione a Olkiluoto. “La realizzazione di un impianto di queste dimensioni – spiega Livio Vido, direttore Ingegneria e Innovazione di Enel - richiede competenze vaste e complesse”. Su un costo totale di 4-4,5 miliardi di euro, la metà è imputabile alla cosiddetta “isola nucleare”, che comprende il reattore vero e proprio, i generatori di vapore e i pressurizzatori interni al contenitore principale, oltre agli impianti di sicurezza di prima istanza e alla sala manovre. Un altro 30% è imputabile all'isola convenzionale, che contiene i sistemi relativi alla conversione in energia elettrica del calore sprigionato dal reattore, come in tutte le centrali termoelettriche convenzionali: turbina, alternatore e tutti gli ausiliari. Il resto serve per le opere civili. Le 32 imprese italiane, da Ansaldo a Dalmine, da Belleli a Mangiarotti, sono sub-fornitori dei contrattisti principali di Edf: Areva per l'isola nucleare e Alstom per la sala macchine. Il drappello più nutrito è quello lombardo, con 18 aziende coinvolte, altre 4 sono venete, 4 friulane, 4 emiliane, una piemontese e una umbra. Forniscono forgiati di turbina e componenti dell'isola nucleare, dal pressurizzatore alle pompe agli scambiatori, tutti al top degli standard di settore, per rispondere alle regolamentazioni più stringenti cui sono sottoposte le parti esposte alla radioattività del nucleo. E inoltre: serbatoi, tubazioni, apparecchiature in pressione e altre apparecchiature meccaniche per l'isola convenzionale. “Il grosso del lavoro, quasi il 30%, va in forniture meccaniche”, precisa Vido, che è impegnato in prima persona nella realizzazione dell'Epr francese e anche sulla prospettiva di riproporre la stessa tecnologia in Italia, nei quattro reattori che si candida a costruire sempre in partnership con Edf. “Si tratta di un programma infrastrutturale da 16-18 miliardi di euro, con pochi precedenti nella storia del nostro Paese per dimensione dell'investimento”, fa notare Vido. Gli uomini Enel già inseriti nelle strutture di Edf dedicate all'Epr sono una sessantina su oltre 500. “Questo training sul campo – spiegano dall'Enel – è volto a ricreare le competenze e i profili professionali in grado di gestire l'intero ciclo di vita di un impianto, che oggi ci mancano. Ci tornerà utile per formare le squadre direttive che poi andranno a gestire le operazioni nei cantieri italiani”. E in ogni caso gli accordi con Edf prevedono un'opzione Enel per partecipare alla realizzazione dei prossimi 5 reattori Epr in Francia, opzione già esercitata sul primo della serie, quello di Penly.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gentile dottoressa Commelli. Sono un giornalista dilettante che da anni si preoccupa di conoscere cos'é l'energia nucleare.

Ho letto diversi suoi articoli sulla questione. Nessuno che parli, o che intervisti, persone "contro" questa tecnologia.

Spero di sbagliarmi e che lei me lo faccia notare. Se così non è, se vuole, le posso dare dei nominativi di tecnici che le possono far conoscere gli aspetti collaterali di questa tecnologia. Aspetti che persone come il dottor Livio Vidio non le possono nemmeno accennare.

Se poi vuole conoscere un po di verità sul nucleare la invito a digitare - Daniele Rovai scorie radioattive - . Troverà degli articoli di un giornalista dilettante molto ben infirmato sulla questione.

Un saluto
Daniele Rovai
cell 3341746359