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20 gennaio 2010

Una pellicola per spalmare il sole sui palazzi

Con lo sviluppo tecnologico diminuisce lo spessore: da cento micron a meno di un micron. E' il caso del fotovoltaico a film sottile, che permette costi inferiori e una migliore integrazione architettonica, grazie alla sua flessibilità: il materiale ideale per aumentare la sostenibilità degli edifici, estendendo a tutte le pareti, non solo al tetto, la conduttività elettrica. Pramac è la prima azienda italiana che si lancia nel fotovoltaico di seconda generazione, con uno stabilimento in Svizzera, a Riazzino, operativo dall'estate scorsa. I moduli, sviluppati dalla Oerlikon Solar con tecnologia micromorph, sono già utilizzati in un impianto da 1 megawatt di picco in provincia di Foggia, di proprietà di ErgyCapital. La certificazione dei moduli Pramac Luce Micromorph è stata appena estesa da 115 a 125 watt di picco, uno dei valori più alti raggiunti dai produttori del settore: i nuovi moduli, ancora più efficienti, saranno messi in produzione dallo stabilimento di Riazzino entro la prossima estate. “Le recenti certificazioni dimostrano non solo l’efficienza, ma anche l’affidabilità dei nostri moduli”, commenta l'amministratore delegato Paolo Campinoti. L'energia verde è stata una via per restare competitivi per Campinoti, che ha cominciato la sua attività imprenditoriale negli anni Sessanta a Casole d'Elsa, vicino a Siena. All'inizio era la produzione di materiale edile il core business dell'azienda che, negli anni, ha ampliato i suoi orizzonti e ha creato il gruppo Pramac, attivo nella produzione e commercializzazione a livello mondiale di gruppi elettrogeni con stabilimenti in tutto il mondo, quotato in Borsa dal 2007. Il gruppo oggi punta sul sole per garantirsi uno sviluppo concorrenziale, ma anche sul vento: il 27 gennaio presenterà al pubblico la nuova microturbina eolica di Philip Starck, già nota in forma di prototipo, che ora sta per entrare in produzione.

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