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9 giugno 2004

Mercato elettrico: big bang o big flop?

Il big bang del mercato elettrico italiano non farà molto rumore. L'allargamento del parco utenti liberi da 150mila a circa sette milioni, che il calendario europeo fissa alla fine di questo mese, avverrà in sordina, "perché energia competitiva sul mercato italiano non ce n'è". Questa è la previsione di Giuseppe Gatti di Energy Advisors e di tutti gli altri esperti di energia, oltre che della maggior parte degli operatori. Mentre la domanda sale già alle stelle con i primi caldi - insieme alla febbre dei prezzi all'ingrosso, che superano ormai del doppio il prezzo di generazione preso a riferimento dall'Autorità per definire le attuali tariffe - sul mercato italiano continua a mancare la materia prima. Ma a ogni apertura del mercato, si sa, c'è bisogno di materia prima in eccesso per scatenare la concorrenza. Nelle fasi precedenti sono state usate le importazioni o l'energia Cip 6 per ampliare i margini di manovra. Oggi invece non c'è moneta corrente per dar fiato alla nuova tappa della liberalizzazione. "In queste condizioni - fa notare Gatti - per i concorrenti di Enel sarà molto difficile fare offerte convenienti ai nuovi utenti liberi". Con l'allargarsi del numero di clienti idonei, il delta di prezzo fra mercato libero e vincolato tenderà anzi a ridursi. A farne le spese saranno le piccole e piccolissime imprese (attive soprattutto nei settori del commercio e dei servizi) che con il 1° luglio speravano di accedere al meraviglioso mondo degli sconti sulla bolletta elettrica e che invece si troveranno davanti a un sistema ancora troppo ingessato per offrire grandi limature. Con la prossima tappa, solo le utenze domestiche rimarranno affidate al mercato vincolato, cioè 23-24 milioni di famiglie che consumano meno di 60 terawattora (miliardi di kilowattora) l'anno sui 310 complessivi. Tutto il resto del mercato - ben tre quarti dei consumi - sarà potenzialmente libero. "E' un passaggio cruciale - spiega Davide Tabarelli, direttore del Rie (Ricerche industriali energetiche) di Bologna - perché stavolta avviene a valle della Borsa elettrica, partita in aprile. Anche se i prezzi sono destinati ad aumentare nelle prossime settimane e sono ancora molto legati all'operatore dominante, almeno c'è una certa trasparenza, che alla lunga stimola una maggiore concorrenza". Ma anche per Tabarelli nell'immediato non può esserci vera competizione: "Al massimo gli utenti potranno usare questa nuova apertura come uno strumento per chiedere servizi migliori, sarà difficile che riescano a spuntare grandi sconti". Il passaggio più difficile, per gli utenti decisi a usufruire della libertà di scegliere, sarà trovare un fornitore alternativo: pochi nuovi entranti sono disposti a sviluppare un servizio commerciale capace di reggere l'impatto del mass market, visti i margini risicatissimi. A parte le inziative di aggregazione delle varie associazioni di categoria, infatti, di solito è grazie all’azione di un nuovo fornitore impegnato sul fronte della vendita, che un utente vincolato, soprattutto se di dimensioni piccole, accede al mercato libero. "Ma calcolando che un cliente costa ogni anno 40-50 euro di fatture e che il guadagno di vendita su ogni utente finale allacciato in bassa tensione è di due euro l'anno, per chi svolge solo l'attività di vendita il trade-off è improponibile", fa notare Antonio Urbano di Dynameeting, operatore indipendente leader nella fornitura alle piccole e medie imprese. Solo chi ha anche un'attività di produzione può estrarre qualche margine in più dai nuovi utenti liberi. Fra i più ottimisti, Mario Molinari, direttore generale di Energia (gruppo Cir), prende la prossima tappa con slancio, malgrado le difficoltà: "Tra i principali scogli tecnici da superare - spiega Molinari - ci sono i costi di trasporto diversi a seconda delle varie reti di distribuzione, quello che nella telefonia si chiamerebbe l'ultimo miglio. Per offrire un prodotto ugualmente valido a un utente di Milano, di Bologna o di Napoli, il nostro modo di prezzare l'energia deve tener conto di queste differenze. E quando si tratta di gestire migliaia di piccoli clienti la questione si complica". Malgrado ciò, Molinari è convinto che se non dal 1° luglio almeno dal 1° gennaio successivo (i contratti di fornitura in genere si stipulano su base annuale) qualcosa comincerà a muoversi. Anche Enel concorda e dopo le dolorose esperienze precedenti comincia già ad attrezzarsi, mettendo in moto la sua potente macchina commerciale per far rientrare dalla finestra i clienti che rischia di perdere dalla porta. Chi sa meglio dell'ex monopolista come affrontare il mass market?

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