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5 gennaio 2006

Conad, il pieno di burocrazia

Le questioni di viabilità vanno affrontate con Comune e Provincia, i problemi urbanistici con la Regione. Poi si deve passare attraverso l' Asl, i Vigili del fuoco, l' Agenzia regionale per la protezione dell' ambiente, l' Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro, l' Ufficio metrico della camera di commercio, l' Agenzia dogane e l' Agenzia nazionale delle scorte. A ogni passaggio si rischia il veto di un funzionario. Nel frattempo, cambiano le leggi. «Da quando abbiamo istruito la prima pratica fino all' inaugurazione dell' impianto, le normative regionali che regolano la materia sono cambiate tre volte: oggi la Toscana proibisce tout-court di aprire una pompa di benzina in un centro commerciale come quello di Gallicano, perciò, se avessimo dovuto cominciare adesso, non avremmo nemmeno avviato la trafila» spiega Roberto Dessì, segretario generale di Conad, l' insegna della grande distribuzione che ha inaugurato la settimana scorsa il suo primo discount della benzina in Garfagnana. «La smettano di dire che è impossibile aprire un nuovo benzinaio» sbotta da parte sua Luca Squeri, presidente Figisc, l' organizzazione dei distributori aderenti a Confcommercio. Ma, se in teoria tutto è possibile, nella pratica le barriere all' ingresso di nuovi entranti nel business dei carburanti sono davvero altissime. Pur avendo a che fare con un' amministrazione comunale molto efficiente, Conad Tirreno ci ha messo quattro anni e dieci diversi pareri legali per sfondare il muro delle resistenze. E non è finita qui: «Dopo tutto questo lavoro, ora ci attendiamo le cause, anche se abbiamo fatto il massimo per ottemperare a ogni cavillo normativo», commenta Dessì. I gestori, in effetti, già minacciano un esposto all' Antitrust. Non a caso benzina e gasolio in Italia restano i più cari d' Europa. «Gli ostacoli principali sono il problema delle distanze minime dagli altri distributori, la questione del formato dell' impianto e le limitazioni di orario», precisa Dessì. Per la grande distribuzione l' imperativo categorico è l' efficenza: solo così è possibile offrire prezzi bassi. Ecco perché è stato scelto il formato self service post pay, che consente di pagare all' uscita dal piazzale, sul modello di quanto avviene in qualunque casello autostradale. Proprio questo, guarda caso, è il formato più penalizzato dalle normative, che impongono distanze ancora maggiori dagli altri distributori. «Ma, se avessimo dovuto tenere una distanza minima da ogni negozietto, nelle città italiane non ci sarebbero supermercati» obietta Dessì. Problemi anche per il posizionamento in prossimità di due elettrodotti: «Su ricorso del sindacato gestori, ci hanno mandato gli ispettori per controllare che non ci fossero dispersioni di corrente» racconta Dessì. Per fortuna era tutto a posto, altrimenti la pompa, già costruita, avrebbe dovuto essere smantellata. «E come si fa a tagliare i costi se siamo costretti ad avere orari sfalsati rispetto all' ipermercato?» si chiede Dessì. A Gallicano, il distributore è obbligato a chiudere all' ora di pranzo, mentre l' ipermercato ovviamente è aperto. Per trovare un fornitore, poi, è stato un incubo. «Le compagnie petrolifere ci hanno fatto delle offerte vergognose - rileva Dessì - e quindi siamo andati a cercarci la benzina in Francia». Malgrado i costi aggiuntivi di trasporto, la benzina comprata da Siplec, compagnia di distribuzione di Leclerc, è molto più competitiva di quella italiana. Ma importare carburante dalla Francia non è roba da tutti i giorni: ci vuole la licenza. E giù carte bollate...

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