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3 gennaio 2006

Lubiana minaccia di chiudere il rubinetto

Allarme sulle importazioni di energia elettrica dall' estero: da un lato gli sloveni minacciano l' interruzione del flusso sul confine orientale, dall' altro Edf mette in discussione i contratti con Enel sulla frontiera occidentale, il che causerebbe all' Italia un danno da 150 milioni di euro. Parigi avrebbe deciso infatti di mettere all' asta questa energia, a prezzi sicuramente crescenti rispetto agli attuali, per uniformarsi a una direttiva europea. Ma la protesta ufficiale di Lubiana per la disparità di trattamento riservata dall' Italia agli operatori sloveni rispetto a quelli francesi e svizzeri, potrebbe causarci un danno ancora maggiore: «Vi chiediamo di rivedere i criteri di attribuzione delle capacità garantite sulle singole frontiere elettriche italiane per l' anno 2006, portando quella sul confine sloveno a 800MW», scrive Djordje Zebeljan, direttore generale del ministero sloveno dell' Industria, al suo omologo italiano Sergio Garribba. E tra le righe si capisce l' intenzione di puntare i piedi senza complimenti, anche interrompendo i flussi con misure strumentali, come la manutenzione «mirata» degli impianti. Il fatto è che il gestore della rete (ora Terna) tiene ferma da anni una delle due linee di collegamento con la Slovenia, perché sulle 18 interconnessioni tra la rete italiana e i Paesi limitrofi, una dev' essere sempre sgombra per fronteggiare le emergenze. In questo modo gli operatori sloveni possono usare solo una terna da 400MW per esportare in Italia, pur avendo a disposizione una capacità di carico ben superiore. Per di più la seconda terna, lungi dal restare sgombra, finisce per ospitare tutti i flussi in eccesso provenienti dagli operatori francesi e svizzeri che non riescono a passare sulle altre. Zebeljan suggerisce di riequilibrare i flussi, mettendo in riserva la nuova linea d' interconnessione con la Svizzera, appena inaugurata. «Favorendo il sovraccarico elettrico sulle altre frontiere - spiega Boris Peric di Kb, la società che rappresenta gli interessi degli operatori sloveni danneggiati - si determina di fatto una posizione dominante degli operatori elettrici francesi e svizzeri a discapito di quelli austriaci e sloveni, proprio nel momento in cui Enel sta estendendo la propria capacità produttiva nell' Europa dell' Est». Data la rilevanza dell' import di energia, che alimenta quasi un quinto del fabbisogno italiano, l' interruzione dei flussi dal confine orientale sarebbe una catastrofe per il sistema.

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