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6 ottobre 2008

Vento in poppa

Per l'eolico italiano il 2007 è stato un anno da record, con 634 MW di potenza installata, ma il 2008, secondo le stime, andrà anche meglio, con 700 MW installati, che porteranno la capacità in funzione nel nostro Paese a circa 3.400 MW. Malgrado il mercato dell'eolico sia già abbastanza maturo, questa fonte ormai competitiva con l'energia da idrocarburi continua a crescere del 30% all'anno. Anzi, con lo sviluppo delle nuove tecnologie e i primi tentativi di aprire anche l'offshore, nel 2009 la crescita del settore potrebbe rivelarsi "ancora più sostenuta". Da uno studio dell'Osservatorio WindIT di Nomisma Energia, in base ai progetti autorizzati l'anno prossimo la capacità installata potrebbe attestarsi tra i 4.100 e i 4.300 MW e raggiungere nel 2012 i 6.100 MW, di cui 180 derivanti dai primi parchi offshore. Sullo sviluppo dell'eolico, avverte però l'amministratore delegato di Nomisma Energia, Alessandro Bianchi, pesano le incertezze sul meccanismo incentivante dei certificati verdi e l'instabilità delle politiche locali. "Tutte le regioni interessate - fa notare Bianchi - sono ben distanti dalla previsione di 6 mesi come tempo massimo per il rilascio delle autorizzazioni": 16 mesi in Campania, 18 in Calabria, 23 in Sicilia, 25 in Puglia e 28 in Molise, mentre in Sardegna il settore è praticamente fermo dal 2004 e in Basilicata nel solo mese di giugno sono stata respinte ben 68 richieste. Il potenziale eolico del territorio italiano, invece, sarebbe ancora molto vasto: prendendo in considerazione solo i siti idonei, attraverso un'analisi condotta dall'Anev con le associazioni ambientaliste e Terna - che ha escluso tutte le zone inadatte per motivi industriali, orografici o ambientali - emerge un potenziale complessivo di 16.200 MW al 2020, quindi resterebbe spazio per costruire quasi 13.000 MW di parchi eolici. Non a caso tutte le grandi compagnie energetiche, da Enel a Edison, passando per Falck, Erg e Saras, sono impegnate alla grande su questo segmento delle rinnovabili. Ma sull'eolico italiano arrivano anche investimenti dall'estero, come quello della danese EuroTrust, che ha in progetto la realizzazione di parchi per 645 MW in Italia e Polonia, o quello di Iberdrola, che ha da poco investito oltre 600 milioni di euro in joint venture con Api per realizzare 350 MW eolici in Sicilia e Puglia. Resta il capitolo dolente del "nuovo eolico", quello offshore, su cui ormai si punta in tutto il mondo ma non in Italia, dove ci sono già diversi progetti in fase avanzata, che incontrano la strenua resistenza degli enti locali. Il progetto in joint venture fra Enel e il gruppo Moncada di installare 115 aerogeneratori nelle acque del Golfo di Gela, con una potenza complessiva tra i 345 e i 575 MW e un investimento previsto di 500 milioni di euro, ha già ricevuto il pollice verso sia dal Comune di Gela che da Licata e Vittoria. Il Molise, dopo la fiera opposizione al parco da 162 MW della milanese Effeventi, si oppone ora anche al progetto della romagnola Trevi Energy, che vorrebbe realizzare 150 MW eolici al largo dei comuni di Campomarino, Chieuti e Serracapriola. Proprio in relazione al progetto di Effeventi, che ha già ottenuto la Via dei ministeri competenti, il governo ha recentemente impugnato per illegittimità costituzionale la legge regionale del Molise e ha ribadito che le competenze in materia di eolico offshore sono dello Stato. Resta il fatto che di eolico offshore, per ora, in Italia non si vede l'ombra.

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