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23 settembre 2010

Teleriscaldamento e aria pulita, la Valtellina fa scuola

Non più camini fumanti in ogni casa, ma un solo camino, molto più efficiente perché centralizzato e alimentato dalle biomasse dei boschi. Su questo principio è partito dieci anni fa il distretto energetico valtellinese, che rifornisce 1200 famiglie in Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica. Con tre centrali di teleriscaldamento, che producono 60 milioni di kilowattora termici e 12 milioni di kilowattora elettrici all'anno, il sistema è ancora oggi all'avanguardia in Italia per la produzione di energia elettrica e termica pulita, grazie all'uso dei boschi e dei sottoprodotti agricoli.

Il teleriscaldamento è un sistema centralizzato di riscaldamento delle case e dell'acqua calda sanitaria, molto diffuso nei Paesi del Centro e Nord Europa, in Nord America e in Giappone. New York è teleriscaldata dal 1882, ma anche Berlino, Vienna, Copenhagen, Stoccolma, Barcellona, Tokyo e molte altre zone. In Italia ci sono pochi esempi virtuosi, come Brescia, Torino, Bologna o Reggio Emilia. Il vantaggio ambientale è enorme: il sistema sfrutta il calore prodotto da qualsiasi centrale elettrica, che altrimenti andrebbe perso, e lo incanala attraverso una rete di tubi nelle case private, eliminando così l'inquinamento e le emissioni di CO2 derivate da migliaia di caldaie. In Valtellina c'è un elemento in più che depone a favore di questa soluzione: sfrutta una fonte rinnovabile, migliorando lo stato dei boschi con il taglio delle piante morte, la pulizia del sottobosco e il trasporto a valle del legname da bruciare. Per i cittadini è un vantaggio secco anche dal punto di vista economico, oltre che ambientale: si liberano della caldaia, della canna fumaria, degli scarichi di sicurezza e di tutte le relative manutenzioni, inoltre non devono più acquistare il combustibile, che sia olio o metano, ma pagano solo il calore consumato, così come rilevato dai contatori installati in ogni singola abitazione. I Comuni devono, però, sobbarcarsi l'investimento iniziale e il fastidio di aprire tutte le strade per mettere giù le tubazioni.

"Abbiamo puntato tutto – spiega Walter Righini, ad della utility locale Tcvvv e presidente Fiper – sulla generazione distribuita: piccoli impianti sparsi sul territorio nel rispetto del paesaggio, che utilizzano fonti rinnovabili locali", oltre alle potature boschive anche gli scarti di lavorazione delle segherie. "Tutta questa biomassa - aggiunge Righini - rappresenta il combustibile pulito per le nostre centrali di teleriscaldamento, mentre i reflui animali alimentano la nostra centrale a biogas. Ad oggi abbiamo evitato la dispersione nell'aria di oltre 20 milioni di tonnellate di CO2 all'anno e creato una ricaduta sul territorio in termini di nuovi posti di lavoro e di investimenti".


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