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2 novembre 2011

De Rossi: la fiducia dei mercati nell'Italia è scaduta

"La fiducia dei mercati nell'Italia non esiste più". E' l'amara constatazione di Ruggero De Rossi, che da Wall Street osserva la discesa agli inferi del suo Paese. De Rossi, definito 'genio dei bond' dall'autorevole settimanale americano Barron's per le ottime performance del suo fondo Tandem Global Partners, è convinto che non ci siano soluzioni per l'Italia senza un rapido cambio di governo.


Lei sta vendendo titoli italiani?
"Certamente: il profilo di rischio dei miei clienti non mi consente di tenere titoli così rischiosi in portafoglio".
E non è l'unico. Ma perché li considerate così rischiosi?
"Perché le probabilità per l'Italia di andare in default sono ormai alte".
Malgrado i provvedimenti promessi da Berlusconi a Bruxelles?
"Berlusconi ha presentato una serie di misure utili, ma il problema è che vanno implementate. Rapidamente. Ma è possibile far passare in tempi rapidi una legge per rendere più flessibile il mercato del lavoro italiano? Non credo. Berlusconi non ha né la volontà politica né la maggioranza numerica per farlo. E questo i mercati lo sanno. I mercati non credono alle promesse vuote".
Che cosa vorrebbero sentire?
"Vorrebbero sentire che domani Berlusconi liberalizza il mercato del lavoro italiano, dopodomani taglia in maniera consistente la spesa pubblica e il giorno dopo ripristina l'Ici. Non fra sei mesi o un ann, perché fra sei mesi o un anno l'Italia sarà già andata in default e non servirà a niente".
E quindi qual è la soluzione?
"Mandare a casa un governo che ormai non ha più credibilità e insediarne un altro di transizione, che faccia uno sforzo bipartisan per far passare rapidamente le riforme che servono per ridurre il debito pubblico, portare il Paese alla crescita e strada facendo ricapitalizzare le banche italiane".
Ma come, le banche italiane non passano per essere in condizioni migliori di tante altre banche europee?
"Questo ci viene detto dalla Banca d'Italia, ma perché dovremmo crederle quando abbiamo appena appreso che l'ex-governatore è stato condannato a tre anni e mezzo di galera? Anche lui sosteneva che le banche italiane sono sane, soprattutto la Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani, ma avremmo fatto bene a credergli? Non mi sembra".
E' per questo che le banche italiane precipitano in Borsa?
"Certo. Il problema è che la ricapitalizzazione delle banche è strettamente legata alla ristrutturazione del debito greco. Senza l'una non si può fare l'altra, perché non si saprebbe di quanto ricapitalizzarle".
E se la Grecia dovesse andare a referendum?
"Se la Grecia dovesse davvero andare a referendum, sarebbero guai grossi per l'Italia. Un referendum ci farebbe perdere altri due mesi. Due mesi nei quali Atene sarebbe sicuramente destinata ad andare in default, perché in breve tempo lì finiranno i soldi. E comunque finirebbe per uscire dall'euro, per non accollarsi i sacrifici necessari a starci dentro oppure spinta dal default".
E l'Italia cosa c'entra?
"Uno dei commenti più pazzeschi che ho sentito durante il fine settimana è stato quello di Berlusconi sull'euro, definita 'una moneta strana'. Uscita la Grecia dall'eurozona, è evidente che i mercati si aspetteranno l'effetto contagio. E chi ci assicurerebbe che non faccia la stessa fine anche l'Italia? Con dei commenti così da parte del suo presidente del Consiglio, direi nessuno".

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