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12 novembre 2008

Energia liberalizzata, ma niente sconti

Pronti, via. Dal primo luglio è partito il supermarket dell' energia elettrica in Italia. Da allora ogni minuto dieci utenti vincolati diventano clienti liberi: quasi 300mila famiglie hanno approfittato della liberalizzazione per cambiare fornitore. Con l' effetto paradossale di pagare di più, non di meno, per la stessa fornitura. I contratti che si sono rivelati più popolari, infatti, sono quelli che danno la certezza del prezzo bloccato sul lungo periodo, in cambio di un lieve aumento immediato. E quelli che offrono energia verde, derivata da fonti rinnovabili, quindi lievemente più cara. In realtà, dal punto di vista puramente quantitativo, il grosso del mercato era già liberalizzato prima di luglio: al contrario del mercato del gas, sull' energia elettrica l' Italia ha scelto la strada di una vera apertura alla concorrenza. Dal ' 99 - quando il decreto Bersani ha segnato l' inizio di questo processo - la maggioranza dei clienti industriali ha cambiato fornitore. Meglio di noi hanno fatto soltanto il Regno Unito e la Scandinavia. Di conseguenza, su un fabbisogno complessivo di 300 terawattora l' anno (escluse le perdite di rete e l' autoproduzione), 150 erano già «liberi». In questo segmento la quota dell' Enel negli ultimi anni si è ridotta a meno del 15%. La fedeltà delle partite Iva Da luglio possono cambiare fornitore anche le famiglie, che rappresentano un parco consumi di 60 TWh l' anno. I restanti 90 TWh fanno capo al cosiddetto popolo delle partite Iva, che è già libero di cambiare fornitore da oltre due anni, ma finora l' ha fatto solo in misura irrisoria. Dal punto di vista numerico, invece, il parco clienti in palio per chi li saprà conquistare è immenso: 27 milioni di famiglie, più 7 milioni di partite Iva, sono ancora legate al loro fornitore originario. Su questo mercato, l' Enel mantiene una quota dell' 80%. Il resto è suddiviso fra le varie municipalizzate, in primis Acea di Roma, Aem Milano, Aem Torino, Hera di Bologna. Concorrenti alla carica Dall' altro lato della barricata, i contendenti si chiamano Eni, Edison, Sorgenia (gruppo Cir), le varie estere Rezia, Egl, Eon, aziende come Multiutility o Lumenenergia nate per rifornire i consumatori industriali, la grande distribuzione che si sta affacciando in questi giorni al mercato e una vasta costellazione di trader che comprano e vendono alla Borsa elettrica cercando così il loro profitto: ne sono registrati un centinaio. Per ora, però, i giochi sono limitati ai grandi player. Dei nuovi clienti «liberi», circa 250mila sono targati Enel, ma solo in minima parte si tratta di utenti nuovi: in maggioranza sono clienti a tariffa pubblica («vincolati») che hanno lasciato l' Enel Distribuzione per passare al contratto Enel Energia («liberi»). L' altra grande società sul mercato libero è l' Eni: si può stimare che da luglio il Cane a sei zampe abbia conquistato qualche decina di migliaia di clienti, avvicinandosi in Italia a quota 300mila. In questo caso clienti nuovi, sfilati dal portafoglio dell' Enel e delle municipalizzate. La battaglia dei servizi Per quanto riguarda più in dettaglio l' offerta messa a punto dagli operatori in questi primi mesi, si può dire che di grandi ribassi e conseguenti risparmi non se ne sono visti. Più che sugli sconti, la partita tra i vari fornitori si gioca sulla possibilità di sviluppare offerte integrate di prodotti e servizi aggiuntivi o su contratti che possano riunire in un' unica fattura «dual-fuel» i costi per l' approvvigionamento dell' energia elettrica e del gas. Vanno di moda anche le soluzioni che forniscono solo energia verde, ottenuta cioè da fonti rinnovabili, come quella offerta da La220 del bresciano Giuseppe Zanardelli, un po' più cara ma «politically correct». L' opzione bioraria è disponibile anche per chi rimane nel mercato vincolato, a patto che gli sia già stato installato un contatore elettronico e telegestito. Per trarre veramente beneficio da questa soluzione, però, è necessario concentrare i consumi durante le ore più convenienti, cioè dalle 19 alle 8 dei giorni feriali, sempre nei fine settimana e nei festivi. In base ai calcoli dell' Autorità, affinché la bioraria risulti più conveniente della monoraria si deve spostare almeno il 68% del consumo nelle fasce meno care. A prescindere da sconti o aumenti, va detto che le offerte non si distinguono per trasparenza. Nell' era di Internet dovrebbe essere possibile trovare tutte le informazioni utili per il confronto, la valutazione e magari un preventivo senza fornire alcun dato personale, come avviene nel sito del regolatore inglese Ofgen. In rete si trovano messaggi promozionali più che documenti informativi e chi vuole saperne di più deve inviare i propri dati personali per poi ricevere una proposta commerciale.

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