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24 novembre 2008

Tecnologie pulite, un mercato da 150 miliardi

Le tecnologie pulite, che migliorano l'efficienza o riducono l'impatto ambientale relativo alla produzione di energia, sono in pieno boom: un mercato da 150 miliardi di dollari, che secondo le stime di un rapporto delle Nazioni Unite è destinato a crescere fino a 600 miliardi nel 2020. Il flusso degli investimenti si incanala in un'ampia varietà di tecnologie, dal solare ai biocarburanti, dall'eolico all'efficienza energetica. L'ultima novità arriva dalla Germania: un consorzio di 20 aziende tedesche ha in progetto di realizzare un investimento da 400 miliardi di euro da qui al 2050 per costruire centrali solari nel deserto del Sahara e distribuire l'energia in Europa. L'idea non è nuova, sono decenni che se ne parla. Ora, però, si stanno muovendo i primi passi. Con una previsione di investimenti enorme, visto che la trasmissione prevede la realizzazione di reti elettriche in corrente continua. Oltre a vasti campi di pannelli solari a concentrazione: grossi specchi che concentrano i raggi del sole su un tubo al cui interno passa un liquido. Questo, una volta scaldato, viene poi utilizzato per creare vapore acqueo in grado di alimentare una serie di turbine. I nomi sono di tutto rispetto. Sotto l'egida del colosso assicurativo Munich Re verrà creato il 13 luglio a Monaco di Baviera il consorzio Desertec, di cui fanno parte tra gli altri Siemens, Deutsche Bank e Rwe. La prima fornitura in Germania di energia solare proveniente dal Sahara dovrebbe aver luogo tra 10 anni. Nei piani del consorzio, Desertec dovrebbe coprire a medio termine il 15 per cento del fabbisogno energetico europeo. Il presidente di Munich Re, Thorsten Jeworrek, si è detto molto ottimista su una partecipazione a medio termine di aziende italiane e spagnole. Il Mediterraneo, a patto che ci siano la volontà politica e gli investimenti necessari, in qualche decennio potrebbe diventare un grande laboratorio per le energie rinnovabili. Ma non è l'unico esempio di investimenti in tecnologie futuribili. Sapphire Energy, una società basata a San Diego che sta cercando di produrre biocarburante dalle alghe, ha raccolto in primavera - già in piena crisi dei mercati - più di 100 milioni di dollari da un gruppo di investitori, inclusa la società di venture capital di Bill Gates, Cascade Investment. Eppure la tecnologia per estrarre biocarburante dalle alghe è ancora ai primi passi. Alcuni osservatori avanzano il sospetto che le tecnologie pulite siano destinate a seguire lo stesso percorso della Net Economy, con un periodo di euforia iniziale destinato a spegnersi nell'arco di pochi anni. Ma in realtà l'atteggiamento degli investitori sembra molto più prudente stavolta. “I capitalisti di ventura sono molto più focalizzati sulla vendibilità di queste tecnologie al consumatore finale”, spiega Peter Linthwaite, amministratore delegato di Carbon Trust Investment. “Non a caso c'è un grande flusso di capitali verso l'eolico o il solare di grandi dimensioni, mentre mancano fondi per le piccole società che hanno progetti interessanti ma non ancora commercializzabili”, precisa Linthwaite. “Non è così che si gonfia una bolla”, commenta. Vero è che le tecnologie più affermate, come l'eolico o il solare, sono quelle che corrono di più. L'interesse dell'industria energetica per l'energia del vento è stato dimostrato dal valore crescente delle acquisizioni. Alla fine dell'anno scorso, il leader tedesco dell'energia Eon ha comprato per 1,4 miliardi di dollari i campi eolici americani di Airtricity, battendo tutti i record del settore, ma già all'inizio di quest'anno la Scottish and Southern Energy ha comprato il resto della compagnia eolica irlandese per 1,45 miliardi di euro. Un altro settore attraente per gli investitori è quello dell'efficienza energetica, nelle sue varie applicazioni. Le tecnologie che aiutano a tagliare i consumi dei server aziendali sono le più popolari. Ma vendono bene anche le tecnologie che aiutano le compagnie elettriche a far risparmiare energia ai propri utenti e a spostare i consumi nelle ore notturne. Enel, ad esempio, ha investito 2 miliardi di euro nei contatori elettronici, portando l'Italia all'avanguardia nel movimento di informatizzazione della rete. “L'installazione dei contatori intelligenti in 31 milioni di case – spiegano all'Enel - ci consente di offrire tariffe molto diversificate a seconda degli orari o dei giorni, ma anche di misurare la produzione dei piccoli impianti fotovoltaici familiari, che ormai sono molto numerosi. E il passaggio alla telelettura per noi significa un risparmio di 3-400 milioni all'anno”.

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