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19 novembre 2008

Kilowatt salato? Per qualcuno è una manna

"In Italia il prezzo dell'energia è alto e resterà alto ancora per molti anni". Una iattura per i consumatori finali, ma Gianni Locatelli sorride soddisfatto a questa constatazione. Dopo una vita passata ai vertici del Sole 24 Ore, della Rai, dell'Istituto Tumori (e anche del movimento Libertà e Giustizia), oggi Locatelli punta a un futuro con la scossa come presidente della consociata italiana del gruppo Trafigura, uno dei primi trader mondiali di materie prime, sbarcata a Milano per cogliere le occasioni offerte dalla liberalizzazione del mercato dell'energia. E approfittare dei suoi prezzi stratosferici. "Ai prezzi alti - argomenta Locatelli - in Italia non c'è scampo: prima di soddisfare appieno la domanda, in forte crescita, ci vorranno molti anni, perché nessuno ha interesse a investire pesantemente nella generazione finché il mercato resterà così dominato dall'Enel e perché le autorizzazioni a nuove linee d'interconnessione con l'estero arrivano con il contagocce. Il petrolio resterà molto caro e il dollaro è destinato a salire. Così continueremo a produrre energia costosa, perché da noi manca il nucleare e in parte anche il carbone". Trafigura - società olandese specializzata nel trading di idrocarburi con un giro d'affari da 12 miliardi di dollari, una centrale operativa a Lucerna e uffici in tutto il mondo - vede nel mercato italiano una piazza molto appetitosa, poiché da noi l'energia si fa soprattutto con il petrolio e il gas. Ma lo considera soprattutto un buon trampolino per allargare ai chilovattora l'esperienza maturata nelle altre commodities. Trafigura Italia - con un giro d'affari di 165 milioni nel 2003 - compra e vende all'ingrosso anche sul mercato francese e tedesco. Importa energia in Italia da tutti i Paesi confinanti: "L'energia che ha rimesso in moto la centrale di Brindisi bloccata dal blackout - spiega Locatelli - l'abbiamo importata noi dalla Grecia". Riesce persino ad esportarla, una contraddizione in termini vista la carenza sul mercato domestico: "Dopo il blackout, quando il Grtn ridusse il carico delle importazioni dalla Svizzera - ricorda Locatelli - noi utilizzammo la linea per portare in Svizzera 250 MW di energia italiana". Vende all'ingrosso alle municipalizzate e ai grandi distributori. Al dettaglio a oltre 400 clienti idonei. E rappresenta una delle poche società indipendenti, non legate a grandi compagnie elettriche, produttori o distributori, che opererà sulla Borsa italiana dell'energia dalla fine di quest'anno. "Ma non vogliamo soltanto vendere e comprare energia come stiamo facendo adesso - precisa l'amministratore delegato Vincenzo Vadacca, ingegnere nucleare ex Ansaldo - perché nelle condizioni attuali i margini più interessanti si ottengono sulla generazione più che sul trading puro". Ecco perché Trafigura Italia ha messo mano al piccone, per costruire una piccola centrale turbogas a Gorizia in società con la municipalizzata triestina Acegas e un'altra un po' più grande a Nola, oltre a tre merchant lines d'interconnessione con la Slovenia e la Croazia. Per ora tutti i grandi investimenti successivi alla liberalizzazione si sono concentrati soprattutto sul repowering di centrali già esistenti, comperate da Enel al momento della dismissione delle tre gen.co oppure interne agli stabilimenti produttivi delle grandi industrie. Pochissimi hanno costruito centrali da zero. Trafigura lo sta facendo perché le sue centrali non saranno come tutte le altre. "La nuova struttura dei consumi elettrici, derivata dal declino del settore manifatturiero, sconsiglia la costruzione di impianti molto grandi, che sono i più lenti ad accendersi", spiega Vadacca. Piccolo è bello, per saltare agilmente di picco in picco, accendendo l'impianto quando la domanda è più forte e i prezzi volano, per spegnerlo invece nei periodi di calma. Flessibilità è la parola d'ordine in un mercato come quello italiano, l'unico in Europa dove si possa contare su picchi frequenti e costosissimi. Con appena 60 MW di potenza e una turbina d'aereo GE per partire a razzo, la centrale a gas di Gorizia (un investimento da 35 milioni) avrà un costo di generazione molto basso: 590 euro per kW contro costi oscillanti fra i 640 e gli 830 euro per le centrali dismesse da Enel. Entrerà in funzione a fine luglio. Per Nola, un investimento da 63 milioni con potenza doppia, ci vorrà più tempo: il via alla produzione è previsto per la fine dell'anno prossimo.Sulle linee d'interconnessione con Slovenia e Croazia Trafigura è ancora in attesa dell'autorizzazione da parte del Grtn, che si attende di giorno in giorno. "In questo modo - commenta Locatelli - avremo accesso a due mercati molto interessanti. Quello della Slovenia perché ha molta energia da esportare e quello della Croazia perché ha delle ottime interconnessioni con Bulgaria e Romania, grandi produttori di energia destinati a entrare ben presto nell'Unione europea". Sul fronte sloveno l'investimento da 140 milioni sarà condiviso con Terna e Acegas, mentre sul versante croato (un cavo sottomarino da altri 140 milioni) solo con Acegas e la croata Montmontaza. Bucare i confini è il sogno di tutti i trader: sul trucco di comperare a buon mercato di là per vendere a caro prezzo di qua si reggono i bilanci di diverse compagnie elettriche italiane. Peccato che i consumatori non possano fare shopping all'estero. Ancora.

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