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14 novembre 2008

La concorrenza vola con il vento

Gli investimenti globali nell' energia pulita, tratta da fonti rinnovabili come il sole o il vento, sono più che raddoppiati negli ultimi due anni, arrivando a superare i 63 miliardi di dollari. E sono destinati a crescere almeno di un altro trenta per cento l' anno prossimo. Il settore è in pieno boom: beneficia da un lato dei progressi tecnologici che migliorano l' efficienza delle nuove fonti, dall' altro del caro-greggio, che abbatte il gap con i costi di generazione da fonti tradizionali. Ma il differenziale non è del tutto colmato e l' energia pulita ha ancora bisogno di essere incentivata per crescere. «In Italia, ad esempio, per raggiungere l' obiettivo comunitario, fissato al 22% della nostra produzione complessiva di energia al 2010, dovremo spendere circa due miliardi di euro all' anno in sussidi alla costruzione di impianti solari, eolici e via dicendo», spiega Andrea Bollino, presidente del Gestore dei servizi elettrici (Gse), che occupa un ruolo centrale nella promozione delle fonti rinnovabili, con il mercato dei certificati verdi e l' incentivazione del fotovoltaico. Ma gli italiani - si è chiesto Bollino - sarebbero disposti a pagare direttamente una parte di questi sussidi, a condizione di finanziare in questo modo la crescita di un settore capace di ridurre la nostra dipendenza dagli idrocarburi? E in che misura? La risposta - presentata da Bollino alla conferenza mondiale dell' International Association for Energy Economics di Ann Harbor, dov' è stato eletto presidente per l' anno prossimo - è abbastanza stupefacente: gli italiani sarebbero disposti a sobbarcarsi direttamente circa un terzo del costo complessivo dei sussidi. In base a un sondaggio condotto dall' Eurisko per la prima volta in Italia, si è scoperto infatti che gli utenti elettrici sarebbero pronti a pagare in media 5 euro in più a bolletta per finanziare l' energia verde, quindi 30 euro all' anno. «Moltiplicato per 21 milioni di utenze familiari, si arriva a 660 milioni, cioè quasi un terzo dei 2 miliardi che servono per arrivare in tempo al nostro target», conclude Bollino. Un supporto straordinariamente deciso, tenuto conto del fatto che la fattura energetica in Italia è già ben più alta che all' estero. «Questo significa - commenta Bollino - che le fonti rinnovabili hanno un sostegno dal mercato ben più alto di quanto si creda, basterebbe farle conoscere meglio: si è visto anche dalla valanga di richieste che ci sono arrivate per gli incentivi al fotovoltaico». Purtroppo andate in gran parte a vuoto, data l' inadeguatezza del sistema. La crescita delle energie alternative, del resto, darà anche una spinta alla libera concorrenza. E quindi, alla lunga, i rincari verrebbero compensati. Bollino paragona la nascita di un sistema di generazione nuovo, parallelo a quello tradizionale, allo sviluppo della telefonia mobile. «Così come lo sviluppo degli operatori mobili ha dato una spinta alla deregulation nelle tlc - prevede Bollino - per il mercato dell' energia il nuovo fronte sono le rinnovabili, che introducono nuovi player in un sistema ingessato come quello attuale, ancorato alle vecchie fonti, dove prevalgono inevitabilmente gli ex monopolisti». Non a caso le nuove imprese, capaci di trasformare il sole e il vento in energia, sono oggetto di un' euforia borsistica ormai da molti paragonata alla bolla Internet. Il New Energy Fund di Merrill Lynch, considerato uno degli indici più rappresentativi del mercato, è cresciuto del 202 per cento in tre anni. Grazie al boom degli investimenti, l' innovazione rende le tecniche di utilizzo delle fonti rinnovabili sempre più remunerative. E gli analisti calcolano che in zone molto ventose, come la Sardegna, un parco eolico installato sulla terraferma sia già in grado di reggersi sulle proprie gambe. Da qui a rinunciare completamente ai sussidi, ce ne corre. Ma è il primo passo verso una svolta.

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