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29 novembre 2008

Il club dell'eolico è sempre più affollato

Diventa sempre più affollato il club dei signori del vento, che fino a pochi anni fa era riservato a una ristretta cerchia di adepti. L'ultimo arrivato è Carlo Toto, rimasto appassionato di eliche anche dopo la cessione di AirOne. L'imprenditore abruzzese, che un anno fa si era impegnato a far diventare Alitalia la quarta compagnia aerea europea, oggi si dedica ai mulini a vento nella provincia di Foggia, con due campi eolici che dovrebbero entrare in funzione nel giro di due anni. Complessivamente, tenendo conto di un terzo campo eolico in dirittura d'arrivo con gli iter autorizzativi, la Toto Costruzioni installerà 110 megawatt, per un investimento complessivo attorno ai 150 milioni di euro. Ma Toto non è certo l'unico nuovo membro del club. Dal Walter Burani all'ex Montedison Giuseppe Garofano, da Gaetano Maccaferri a Ferdinando Brachetti Peretti, sono in tanti a comprare il vento fra i volti noti dell'imprenditoria italiana. Garofano, ex amministratore delegato di Montedison e stratega finanziario del gruppo Ferruzzi fino ai primi anni '90, è oggi leader della compagine azionaria di Alerion, società quotata che vanta cinque parchi eolici operativi in Italia, per un totale di 89 MW installati. Il piano aziendale prevede la costruzione entro l’anno prossimo di quattro nuovi parchi, che porteranno a 204 i MW installati in Italia da Alerion. Ma la lista degli imprenditori conquistati dal business del vento comprende i settori più disparati. La moda, per esempio: Walter Burani, marito di Mariella, ha investito nell’eolico con due società quotate, Greenvision e Bioera. Tra i cementieri, Carlo Pesenti con Italgen sta investendo in campi eolici soprattutto all'estero: in Marocco, Egitto e Turchia. In Emilia ci ha pensato invece Gaetano Maccaferri, presidente dell’omonimo gruppo e di Unindustria Bologna: è entrato nel settore con la Seci Energia, che si è poi alleata con Api Nòva Energia del petroliere Ferdinando Brachetti Peretti. L'obiettivo è di costruire campi eolici in Italia e all'estero, con 200 MW già in fase di sviluppo. Col vento in poppa, naturalmente, vanno anche le compagnie energetiche che già da anni operano in questo segmento. Oggi l'azienda leader dell'eolico italiano è il gruppo britannico International Power, con la controllata Ip Maestrale: 550 MW che rappresentano una quota di poco inferiore al 15%. A seguire, si spartiscono quasi alla pari metà del mercato Enel Green Power, Edison Energie Speciali, la tedesca E.on, la Fri-EL dei fratelli altoatesini Gostner e la Ivpc di Oreste Vigorito, uno dei pionieri del vento italiano, con oltre 1000 MW di pale in gestione, di cui più di un terzo di sua proprietà. Enel Green Power punta molto anche all'estero: ha appena firmato un accordo con la società tedesca SoWiTec per sviluppare assieme 850 MW eolici in Cile. Edison vuole raggiungere entro il 2014 una potenza installata di 800 MW eolici, il doppio di oggi, in Italia e all'estero. La tedesca E.on, che possiede quasi 2000 MW eolici in giro per il mondo, in Italia ha ereditato i campi eolici di Endesa, che Enel ha dovuto dismettere. Sorgenia, invece, ha il grosso della sua capacità in Francia, dove controlla il secondo operatore eolico del Paese, ma ha appena inaugurato due campi in Campania e in Puglia. I neofiti del vento, del resto, sono in pieno boom anche a livello internazionale. Il Times ha elencato nella sua Green Rich List i ricchi del mondo che hanno messo più soldi nelle fonti rinnovabili, eolico in testa. Nella classifica compaiono americani, svedesi, britannici, francesi, spagnoli, svizzeri, tedeschi, cinesi, indiani, danesi, sudafricani e israeliani. Il primo della lista è Warren Buffett, che ha investito una parte del suo impero da 30 miliardi di euro nell'eolico e nello sviluppo di auto elettriche, seguito da Bill Gates, con i suoi 29 miliardi di euro di patrimonio. Al terzo posto della lista del Times, il fondatore di Ikea, lo svedese Ingvar Kamprad, uomo da 25 miliardi di euro. Gli americani sono 35, molti dei quali provenienti da Silicon valley, che negli ultimi mesi si sta sempre più convertendo dai chip dell'informatica alle tecnologie verdi. Un esempio su tutti è quello dei fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin. Ma non ci sono solo i sostenitori di Obama: tra i nuovi pionieri dell'economia verde c'è anche il petroliere texano di simpatie repubblicane T. Boone Pickens, che sta finanziando il Windy Texas Panhandle, il più vasto progetto mai intrapreso nell'eolico, per ridurre la dipendenza energetica degli Usa dall'estero.

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